BicilettiAMO - Foto Luca Orlandi

BiciclettiAMO: L’emozione della prima bici (fatta da te!) e il bello dello stare insieme

È un sabato pomeriggio primaverile. Siamo in Via Di Vittorio a San Donato Milanese, io e Luca facciamo una visita nella ciclofficina sociale di San Donato; ne abbiamo sentito parlare qualche settimana fa e vogliamo capire bene di cosa si tratta.

Dalla strada si vede l’insegna coloratissima “BicilettiAMO”. Lo ammetto: quando sono entrata non sapevo neanche cosa fossero le ciclofficine. Cerco di spiegarvelo in modo semplice: le ciclofficine sono ambienti dotati di attrezzatura specifica per la riparazione di biciclette dove chiunque può recarsi per riparare la propria bici. Quella di San Donato però è un po’ speciale. Infatti è una “ciclofficina sociale”: un posto dove i ragazzi con disabilità o disagio sociale  imparano a riparare le biciclette, a costruirne di nuove da diversi pezzi ritrovati in giro e (cosa più importante) a stare insieme seguendo un progetto e vedendolo realizzato.

BiclettiAMO è un  progetto di AIAS MILANO frutto delle proposte del bilancio partecipativo nato da un anno soltanto, ma sta riscuotendo grande successo.

Appena entriamo ci accoglie Michele (l’educatore dell’Aias). Ha le mani tutte sporche di grasso ma ci fa un sorriso grande. Con lui c’è Giovanni che sta creando una bici che definisce “Frankenstein” perché frutto della combinazione di tanti pezzi di bici abbandonate. Poi c’è Carletto, undici anni, così affezionato al posto, che ogni sabato pomeriggio passa dentro per rendersi utile e stare in compagnia. Di sottofondo un rock‘n’roll niente male. Il posto è piccolo (sembra proprio un garage, e si sa che le migliori idee sono nate proprio lì!) dentro è pieno di biciclette e pezzi di ricambio in un ordine decisamente creativo.

BicilettiAMO – Foto Luca Orlandi

Il clima che si respira è quello di un pomeriggio tra amici. Carletto riferisce delle sue disavventure con la matematica e Giovanni, più silenzioso, lo ascolta e insieme si danno una mano (Giovanni infatti è più esperto e aiuta Carletto a sistemare una camera d’aria). Ecco questo è lo scopo del progetto. Michele ci racconta che “BicilettiAMO” è in primis un’occasione d’incontro; infatti “attraverso il lavoro in team i ragazzi condividono spazi ed esperienze e imparano a seguire un progetto fin dall’inizio e portarlo a termine”. Fondamentale è l’aspetto relazionale, infatti il lavorare insieme aiuta ad affrontare le difficoltà che ognuno ha dentro ed è la “scusa” per avvicinarsi a persone nuove e di età diverse per condividere un percorso che unisce.

I ragazzi si incontrano due giorni a settimana (il giovedì e il sabato) e Michele organizza il lavoro in base a quanto c’è da fare. Per i ragazzi che hanno costanza, come Giovanni, si è riusciti ad arrivare alla fine di un progetto. Per altri, ci racconta Michele, è più difficile perché un progetto richiede costanza e tempo e per diverse ragioni, spesso indipendenti dalla volontà dei ragazzi, non tutti riescono ad essere assidui.

 Nella comunità cittadina questa iniziativa ha risvegliato grande partecipazione. Michele racconta che “molti cittadini ci segnalano rottami bici abbandonate che possono tornare utili, passano a far riparare le loro bici oppure vengono ad acquistarne di “nuove” (non propriamente nuove ma rimesse a nuovo) lasciando un’offerta, inoltre tutto il materiale che abbiamo c’è stato donato”. “BiciclettiAMO”, è anche occasione di relazione con la comunità, che ha risposto positivamente alla nascita di questa neofficina. Addirittura Michele dice che sono stati coinvolti anche  i ragazzi del liceo che a volte vengono mandati in officina per dare una mano.

Dopo aver cercato, goffamente di dare una mano a fare qualcosa, io e Luca ce ne andiamo e lasciamo i ragazzi lavorare. La sensazione è quella che tra chiavi inglesi, camere d’aria e catene a San Donato sia nato un piccolo gioiellino, uno spazio per fare nuove amicizie e stare insieme.  Quello che più mi ha toccato  sono gli occhi di Giovanni, così fiero e soddisfatto nella sua tuta da lavoro; quando ci ha mostrato la sua bici, mi ha ricordato l’emozione della prima bici. Quella era la prima bicicletta interamente costruita da lui!


About Author

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: