Il Coronavirus non è adatto alla politica

Leggendo i giornali e navigando sul web si ha forte l’impressione che la politica ( quella con la p minuscola) stia ormai fagocitando qualsiasi cosa le passi sotto il naso. Specialmente se è più vicina alla “pancia” che al “cervello”.

Tutto diventa materia di divisione da usare come fango da buttare negli occhi di questo o quell’avversario politico. Come meravigliarsi quindi quando una professoressa accusa Liliana Segre di agire solo per “farsi propaganda” : per fortuna la ribellione dei suoi studenti è un elemento di speranza.

Ma quando i politicanti brandiscono materie importanti come la salute, sono più pericolosi ed in grado di fare più danni che in altri settori. Lo abbiamo visto con il “metodo Stamina” e con i “no-vax” e la ribalta mediatica che può dare la “paura del coronavirus” è una occasione troppo ghiotta per chi fa dell’ignoranza uno strumento di azione politica.

In un momento in cui il senso di responsabilità dovrebbe essere la via maestra, ci si riesce a dividere anche sui virus. Ne avevamo avuto una avvisaglia sul problema delle vaccinazioni quando i no-vax supportati da alcuni partiti politici (si tratta pur sempre di voti) e da una stampa scandalistica (il giornalismo è tutt’altro) avevano messo in dubbio la validità dei vaccini. Delle riunioni dei comitati no vax  al Viminale con il precedente ministro dell’Interno pare che non se ne ricordi più nessuno.

Adesso i coronavirus viene brandito come giustificazione per la chiusura dei confini, dei porti degli aeroporti e viene accusato il governo italiano di avere ritardato l’interruzione dei voli con la Cina. Peccato che l’Italia insieme agli Stati Uniti siano i paesi che per primi hanno scelto questa strada e si sono anche attirati le critiche cinesi.

Neanche una epidemia globale (da non sopravvalutare ma anche da non sottovalutare) è capace di compattare un paese. Quando si parla di “paura”, di qualunque natura o motivazione (virus, straniero, immigrato, diverso, etc.),  ci sono sempre le stesse  persone a soffiare sul fuoco. Tattica non nuova ma che nella nostra storia , anche recente, non ha portato mai nulla di buono.

Quegli scienziati e medici che all’epoca dei no-vax venivano additati come “servi delle multinazionali” e accusati di speculare sui vaccini, sono oggi guardati con rispetto di fronte all’impegno che tutta la comunità medica e scientifica sta mettendo in questa emergenza.

L’Italia è per sua natura un popolo di navigatori e siamo pur sempre la terra di Marco Polo che sapeva spingere il proprio sguardo oltre l’orizzonte, verso la lontana Cina, da dove oggi vengono le nostre preoccupazioni per questo virus.

Abbiamo bisogno di turismo e di relazioni, elementi essenziali della nostra economia. Additare gli stranieri (specialmente quelli con gli occhi a mandorla) come untori oltre ad essere stupido e anche controproducente. In questi giorni stiamo assistendo ai raid di una forza politica di estrema destra contro i negozi cinesi al grido “Comprate italiano è un dovere morale”. Quanto sarebbe più facile (ed intelligente) sarebbe invece dire semplicemente “perché è più buono”!. Non sappiamo quanto l’epidemia durerà, ma probabilmente non saranno tempi brevi, ma almeno lasciamo che i medici e tutti gli operatori  lavorino sentendosi alle spalle un paese unito e con la tranquillità necessaria evitando di brandire il coronavirus (e la paura che ne deriva) come arma politica: in fondo il virus non sono né di destra né di sinistra…….almeno fino a prova contraria.

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