Continuiamo la serie dei ricordi dedicati a Virginio Bordoni con il contributo di Andrea.

Buongiorno a tutti,
innanzitutto volevo ringraziare chi è qui oggi, chi lo è stato nei giorni scorsi e chi avrebbe voluto esserci ma è stato impossibilitato a presenziare e ci ha comunque manifestato la sua vicinanza. Volevo ringraziare anche l’Amministrazione Comunale per la disponibilità dimostrata nella gestione dell’organizzazione di questo momento. Che dire….non è stato facile trovare le parole per comporre questo discorso, perché nel rapporto con Papà non servivano molte parole ma bastava uno sguardo per capirsi e per comunicare ciò che era necessario (mia moglie vi può confermare che le nostre telefonate, tra la sua incredulità, non andavano oltre le 100 parole…..), il nostro rapporto più che di parole era fatto di momenti passati insieme, dalle Manifestazioni in giro per l’Italia, ai sabati in vigna (dove cercavo di contrattare una partecipazione ogni 15gg) in cui ascoltavamo le proposte di rivoluzioni impossibili di Cesco, all’operatività della griglia alle feste di Partito fino agli imperdibili concerti di Vasco (indimenticabile quello alla festa dell’Unità di Modena dopo l’11 Settembre 2001 aperto con C’è chi dice No!) Per ricordarlo vorrei partire dalle parole che sono ritornate più frequentemente in questi giorni nelle chiacchiere scambiate sia con gli amici di famiglia, i conoscenti storici che con le persone che ho conosciuto per la prima volta ieri; tra queste ci sono coerenza, l’onestà intellettuale e la libertà di pensiero, doti che condite da abbondante ironia, posso confermare non erano presenti solo
nella sfera politica ma anche nella sfera privata anche se per lungo tempo queste due sfere sono state praticamente sovrapposte perché la politica era la sua vita (e quindi fatta di gioie e dolori alcuni mai del tutto svaniti, anche se edulcorati dal tempo), politica intesa, non come professione, ma come servizio alla collettività
fatta di ascolto, di dialettica e di sintesi. Allo stesso modo, nelle discussioni in casa poche cose erano imposte (al di la di ciò che giustamente rientrava nelle prerogative dei genitori rapportata all’età dei figli) ma tutto passava attraverso l’analisi e il ragionamento (memorabili le serate nel farmi capire l’importanza dello studio durante il biennio al Liceo quando il mio rendimento era, per usare un eufemismo, scarso!). Tra le cose che mi porto via, c’è sicuramente l’insegnamento a cercare di alzare sempre lo sguardo per guardare lontano, nello
spazio e nel tempo, in prospettiva e da prospettive diverse, mettendosi nei panni di tutti (soprattutto di quelli che partono da posizioni di svantaggio). Per chiudere, nonostante questo momento triste, posso dire di
essere contento perché ho trovato tanto affetto nei sui confronti e le testimonianze di questi giorni mi dicono che il suo impegno politico non è stato vano ma ha lasciato un segno, che va al di là della sua generazione e della sua parte politica. La speranza è che il tempo non lo cancelli lentamente.

Intanto Grazie Papà!

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