La Signora del martedì – Recensione

La Signora del martedì – Autore Massimo Carlotto – Editore: e/o – Genere: romanzo – Pagine: 212 – Anno di pubblicazione: 2020 – disponibile in cartaceo, ebook ed audiolibro

Tre personaggi maltrattati dalla vita, dolenti, che aspirano ad amore e rispetto, che si reggono su un equilibrio precario. Un fatto imprevisto manderà all’aria questo equilibrio. Stiamo parlando di Bonamente Fanzago, attore porno giunto alla fine della sua carriera, del Signor Attilio, proprietaria della pensione Lisbona, travestito che si prende cura di Bonamente quanto e meglio di una madre e della Signora del martedì, unica cliente di Bonamente, che puntuale da 9 anni paga per i suoi servizi.

Massimo Carlotto ci racconta una storia intrecciando le vicende dei protagonisti, non prende posizione, descrive. Tratteggia struggenti sentimenti, suscita tenerezza verso alcuni personaggi. Occhi umidi per la commozione, sorrisi, risate, anche fastidio, repulsione per altri personaggi.
Sarà il Signor Alfredo, aiutato da un misterioso personaggio che i lettori di Carlotto riconosceranno, a gestire la situazione.

Come ha più volte ricordato l’autore, con questo romanzo è andato oltre il noir. Il libro non tratta solo della parte più oscura della società o di un atto criminale in sé. La storia che racconta Massimo Carlotto, riguarda la società in cui viviamo, racconta cosa siamo diventati. La rappresentazione dei fatti di cronaca che ci propongono alcuni media, la caccia al colpevole a tutti i costi, il soffermarsi su particolari scabrosi, consente di giudicare senza conoscere, di dare seguito ai più beceri istinti. Il processo mediatico permette di diventare giudici, pare di essere tornati all’epoca dei Romani, pollice verso e si sancisce la morte (figurata) di una persona. Giudicando gli altri, accusando i colpevoli più ovvi, si allontanano le nostre paure, – certe cose non succedono a noi, ma per l’appunto a quelli che sono “strani” “diversi” – . Usando i social, si scrive qualsiasi cosa, esternando le proprie opinioni in modo becero, protetti dall’anonimato senza mai chiedersi quali siano le conseguenze di questi comportamenti. Una volta trovato il colpevole, vero o presunto che sia, processato e condannato mediaticamente, si passa ad altro, tornando alla propria vita, in attesa della prossima notizia, del prossimo colpevole da processare, in una giostra che sembra non avere fine.

Proprio questa parte di denuncia sociale è quella che mi fa dire che questo è un libro imperdibile, tra i migliori scritti da Massimo Carlotto.

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