La vostra normalità ci sta stretta

Il 4 febbraio, in tutta Italia, diversi studenti di scuola superiore hanno aderito ad uno sciopero indetto a seguito delle ultime decisioni ministeriali riguardanti l’esame di maturità. 

Il collettivo studentesco del Liceo Primo Levi di San Donato e San Giuliano Milanese ha deciso di presidiare l’ingresso della sede per dare voce alle proprie esigenze e richieste dirette al Ministero e all’istituto stesso. 

L’incontro previsto alle 8 del mattino è durato due ore; gli studenti con slogan e striscioni hanno attirato l’attenzione mediatica locale. “Abbiamo scelto di parlare di quella che voi considerate la normalità. Una normalità che comprende il malessere psicologico di un numero sempre più elevato di ragazzi e ragazze adolescenti” ha detto Mirko Gnesutta, rappresentante degli studenti. Continua poi il rappresentante: ”Una normalità che che comprende continui assembramenti sui mezzi pubblici per venire a scuola, che comprende uno stato degradante delle infrastrutture scolastiche e l’incapacità della scuola italiana di affrontare temi di attualità, celati sotto la maschera dell’educazione civica. Ed è in nome di questa normalità che ci chiedono di affrontare un esame di maturità che possa essere il più possibile normale, ancora ignari del fatto che gli strascichi del periodo di emergenza che abbiamo vissuto e ancora stiamo vivendo segneranno inesorabilmente il percorso scolastico e non solo degli studenti della nostra generazione”. 

Guidati dallo slogan “la vostra normalità ci sta stretta” il collettivo ha cominciato un corteo lungo il perimetro dell’omnicomprensivo di San Donato, attirando sempre più persone inizialmente intente ad entrare a scuola.

Molti ragazzi, con innumerevoli interventi al megafono, hanno affrontato diversi punti che vedono l’esame di maturità come “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, ovvero l’elemento che ha aggravato pericolosamente il rapporto tra studenti e coloro che decidono per gli studenti, precario già da prima. “La scuola italiana ha bisogno di cambiamento. Ha bisogno di cambiamento perché noi ragazzi abbiamo bisogno di essere ascoltati. Abbiamo bisogno di educazione sessuale, di personale qualificato, di educazione sul tema della salute mentale, argomento divenuto molto delicato negli ultimi anni. Secondo il consiglio nazionale degli psicologi l’aumento di ragazzi con problemi di salute mentale ha subito una crescita spaventosa. E la scuola cosa sta facendo? Qual è la priorità della scuola? Tornare alla normalità ovviamente, perché secondo loro è di questo che abbiamo bisogno, perché in questi anni la priorità è sempre stata la scuola, quando inizieranno ad esserlo anche le persone?”.

Educazione sessuale ed educazione civica hanno occupato lungamente il dibattito: i ragazzi sentono il bisogno di essere guidati ed educati su temi che servono per affrontare la vita da adulti , temi che però le istituzioni non ritengono di importanza tale da essere considerati al pari delle altre materie. “Ciò di cui veniamo a conoscenza dopo l’età dello sviluppo siamo costretti ad apprenderlo da soli e questo perché il sesso, la masturbazione e l’erotismo sono considerati ancora taboo all’interno delle mura scolastiche e argomenti scomodi da affrontare in classe. E qual è il risultato? Ci si ritrova tra i 15 e i 18 anni a non conoscere metodi anticoncezionali diversi dal preservativo o dalla pillola, a non conoscere né sintomi, né la gravità delle malattie veneree, a ricorrere a metodi anticoncezionali che di per sé sono tutto tranne che anticoncezionali, a non saper come ci si possa rivolgere ad un consultorio, a non conoscere le rispettive anatomie e a far parte del 1,64% delle gravidanze precoci, ossia quelle in età inferiore ai 20 anni, sul totale delle nascite annuali in Italia.”Il collettivo del Liceo Primo Levi urla a gran voce la richiesta di poter avere un’educazione che li formi come uomini e donne che sappiano stare al mondo, vogliono che lo stato possa garantire lo studio dell’educazione civica, dell’educazione ambientale, un’educazione che faccia uscire delle persone maggiorenni in grado di confrontarsi faccia a faccia con il mondo adulto.

La manifestazione si è conclusa nel campo di atletica della scuola con più di trecento studenti partecipi e desiderosi di cambiamento. In ultimo è stato affrontato il tema della disposizione ministeriale riguardo l’esame di maturità: “capiamo il punto di vista del ministro Bianchi e di coloro che hanno deciso di reintrodurre la seconda prova scritta, capiamo il fatto che vogliano ridare dignità alla maturità classica e soprattutto capiamo il fatto che lo stiano facendo per noi, per permetterci di affrontare il primo grande esame della nostra vita in modo rigoroso e dignitoso. Tutti vogliono tornare alla normalità, noi per primi, ma non si può tornare alla normalità con uno schiocco di dita e sperare che coloro ovvero noi che si sono fatti più di un anno e mezzo di didattica a distanza si adeguino a questa decisione tardiva, istantanea e pericolosa. La normalità va preparata, progettata e lavorata, e magari proposta in tempi che ci permettano almeno di realizzare quello al quale dobbiamo prepararci. La nostra generazione ha vissuto qualcosa di unico. Non una guerra, non una carestia. Ma visto che è di didattica che stiamo parlando, abbiamo vissuto un periodo mai visto prima nel campo della didattica, questo nessuno lo può negare. La nostra è consapevolezza di non essere abbastanza preparati per poter affrontare il primo grande esame della nostra vita. Cosa vi aspettate da noi?”. 

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