Laudato sì, San Giuliano mia.

Il 19 dicembre si è tenuta, a Serenella “Luogo Comune”, una serata molto interessante sull’enclicica di Bergoglio: “Laudato sì”. I relatori: Don Walter Magnoni, Professore di etica sociale presso la facoltà di economia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e responsabile della pastorale Sociale presso l’Arcidiocesi di Milano, e Daniela Padoan, scrittrice e saggista, presidente dell’associazione “Laudato sì“.

La serata è stata organizzata da Fare Rete, un’associazione che si pone come obiettivo quello di affrontare temi trasversali che possano interessare il mondo della sinistra sangiulianese.

Interessante serata, dicevo, per ben tre motivi.
Il primo: che nel mondo della sinistra ci si confronti sull’enciclica di Bergoglio e, durante la serata, oltre le citazioni di Chico Mendes (“L’ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio”) e i riferimenti ad ambienti più o meno laici, si sia giunti a concordare che il tema dell’Ecologia Integrale – cioè l’attenzione per l’ambiente imprescindibile dalla giustizia sociale e viceversa – sia un argomento sul quale ci si deve interrogare, sopratutto, come persone. Certo anche come partiti e come associazioni, perché, mai come oggi, è un tema che perfettamente si dovrebbe incastrare in tutte le agende politiche europee ed extra europee – vedi ciò che accade in Brasile per la foresta Amazzonica, vedi quello che sta accadendo attualmente in Australia dove si stima la morte di oltre un miliardo di animali, vedi, per stare più vicini, i livelli di PM10 che respiriamo in Europa e, nella fattispecie, a Milano.

Il secondo: i relatori, pur provenienti da mondi diversi, hanno condiviso pensieri e agende, per fare altri eventi assieme – e probabilmente uno dei meriti e obiettivi dell’associazione Fare Rete – è anche questo.

Il terzo: vedere, in un’unica stanza, rappresentanti dell’associazionismo cattolico, culturale, delle consulte, di partiti e associazioni politiche, giornalisti, intellettuali, scrittori e artisti sangiulianesi, a dimostrazione che – citando l’enciclica – “è rivolta a tutti gli uomini di buona volontà.”

A seguito della serata, ci sono stati un po’ di rumors: qualcuno ha detto fossero le prove generali per le politiche sangiulianesi 2021, qualcun altro ha detto fosse solo l’occasione per annusare l’aria, altri che qualcuno era lì, e secondo me la maggior parte, perché c’è una gran voglia di parlare di contenuti.

Contenuti, sì (anzi, Laudato sì!).

Contenuti oltre i nomi, le divisioni, le spaccature e anche oltre ai beceri finalismi elettorali – di progetti nati ad aprile e morti a giugno dello stesso anno io ne ho davvero abbastanza e credo anche San Giuliano stessa. 

Forse ritrovarsi all’interno di un’unica stanza, uniti dall’interesse per un comune argomento, può essere stato utile per capire che: 

  • a San Giuliano nel mondo del centro sinistra, ancora qualcosa c’è; 
  • è possibile dialogare tra persone civili pensando al futuro e alle cose che ci uniscono che non al passato e alle cose che ci dividono;
  • che facendo una sana autocritica, è possibile provare a costruire davvero qualcosa di nuovo.

Solo una cosa stonava in tutto questo bel contesto di contenuti e discussione. Età media della platea: 60 anni.

Giovani sangiulianesi volenterosi, ci siete? Se sì, unitevi e date inizio a qualcosa di nuovo: di certo non si può pensare di affidare il futuro politico di San Giuliano a persone – certo di buona volontà – che fanno politica da almeno quarant’anni.

Noi di Stacco ci siamo affinché dei banchi di Sardine arrivino anche qui, a movimentare un poco il mare dell’apatia sangiulianese.

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