Foto Maurizio Gelosa

Lavorare a San Giuliano ai tempi del Coronavirus

L’emergenza Coronavirus ha modificato radicalmente la quotidianità di milioni di persone, influendo a più livelli e permeando l’intera società. Dalla notizia dei primi contagiati in Cina abbiamo attraversato fasi distinte, accompagnate da emozioni diverse e in rapida mutazione.
Raggiunta la tanto acclamata “Fase 2”, gli interrogativi rimangono molti.
Tra il 23 e il 29 marzo abbiamo diffuso un questionario con l’intento di ottenere una panoramica dell’effetto delle misure di contenimento. Pubblichiamo ora i risultati, consapevoli della portata limitata dell’indagine e del fatto che sia ancora presto per cogliere realmente la profondità dell’impatto con questa nuova realtà.

Abbiamo diffuso il questionario attraverso WhatsApp e Facebook registrando 374 risposte. Tante, poche? Dipende. Si non sono molte, sarebbe stato meglio averne di più, ma non siamo l’Istat e abbiamo raggiunto l’1% dei sangiulianesi, seppur non sia una campione rappresentativo, è utile per osservare questa “fetta” di città.
Parliamo di un campione di persone adulte, omogeneo rispetto al genere, di residenti a San Giuliano e con, in prevalenza, un lavoro fuori dal territorio.

LAVORO

Analizzando in maniera comparata le risposte alle domande D5 e D10 (rispettivamente “Lavori a S.G.M.?” e “Stai attualmente lavorando?”) è interessante notare che tra chi ha un lavoro a San Giuliano il 63% ha continuato a lavorare, mentre tra chi ha un lavoro fuori dal territorio, la percentuale sale al 77%.

Nonostante la maggioranza del campione non si sia fermata, è evidente che lo stop abbia inciso maggiormente sugli intervistati che possiedono o lavorano in attività sul territori. Impossibile attraverso queste poche informazioni anche solo ipotizzare le cause della differenza, ma certamente chi ha in mano i dati completi sulle attività economiche del territorio può formulare una panoramica più dettagliata, molto importante per intervenire dove sarà necessario.

Osservando chi alla domanda D12 ha risposto: “lavoro da casa”, solo il 17% di loro ha un lavoro sul territorio, mentre l’83% lavora “fuori”.
Interessante notare come, anche in questo caso, chi possiede o lavora in attività sul territorio, sembra avere meno possibilità di adattarsi alla situazione, infatti la percentuale delle persone che hanno la possibilità di lavorare da casa è nettamente superiore tra coloro che lavorano altrove.

Lavorare con le misure di contenimento, c’è differenza tra essere un lavoratore autonomo o dipendente?

Come abbiamo detto il campione è ridotto, quindi è difficile dare una risposta generalizzabile all’intera città, tuttavia anche in questo caso c’è un aspetto interessante: tra i lavoratori autonomi, la differenza tra chi ha continuato a lavorare e chi non lo ha fatto è meno marcata rispetto alla stessa differenza tra i lavoratori dipendenti.
Tra i lavoratori dipendenti il 77% non si è fermato, contro il 23% che lo ha fatto (con una differenza di 54 punti); mentre tra i lavoratori autonomi il 57% ha continuato a lavorare e il 43% si è fermato (con una differenza di soli 14 punti).

In entrambe le categorie la maggioranza degli intervistati ha continuato a lavorare (in modalità e forme diverse), ma la differenza tra di esse ha una duplice interpretazione. Il dato riguardante i lavoratori autonomi potrebbe indicare una maggiore difficoltà per questi nel proseguire le attività lavorative adattandosi alla situazione: non hanno potuto lavorare; una lettura differente potrebbe essere invece, quella per cui molti lavoratori dipendenti, non avendo scelta, si sono esposti a rischi che i lavoratori autonomi hanno preferito evitare: non hanno potuto fermarsi.

MOBILITÀ 

Altro aspetto interessante è il crollo degli spostamenti, in particolare degli spostamenti utilizzando un mezzo privato, da cui in parte deriva il recente miglioramento della qualità dell’aria. Gli spostamenti con auto e moto sono passati da 68% (percentuale calcolata tra gli spostamenti totali, prima delle misure di contenimento) a 22% dopo le misure, con una diminuzione del 68%, una diminuzione importante ma effettivamente non netta quanto il calo dell’uso dei mezzi pubblici, che hanno registrato una riduzione del 91%.

Dal campione emerge complessivamente che più del 70% dei soggetti intervistati, in questo periodo, non si è spostato per lavoro, lavorando da casa o non lavorando, una percentuale decisamente notevole.

Questa breve indagine è stata utile per mettere a fuoco alcune delle moltissime situazioni di cambiamento e difficoltà che la realtà attuale ci ha messo di fronte, la strada è ancora lunga, grazie a tutti e tutte coloro che hanno voluto aiutarci rispondendo al questionario.

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