Foto di Elena Torre from Viareggio, Italia - Capanna, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2855205

L’Italia viva

No, non è un altro partito. E’ la recensione di un libro.

L’Italia viva di Mario Capanna, Editore Rizzoli, pp 182, anno di pubblicazione: 2000

SINOSSI L’autore ha viaggiato per otto anni attraverso la penisola, incontrando, parlando e conoscendo le persone che ogni giorno, lontano dalle luci della ribalta, combattono per un futuro più giusto, più dignitoso, più umano. In questo libro ha raccolto alcune delle loro storie: dalla rivoluzione culturale realizzata in un piccolo paese nel cuore della Puglia, all’eredità lasciata da un ragazzo che si ribella alle cosche pagando con la vita; dalla lotta di una donna sindaco siciliano che non cede alle intimidazioni mafiose, alla cooperativa di ex cassintegrati e licenziati che porta nella Torino della grande industria il commercio equo e solidale e l’agricoltura biologica. E ancora, Emergency e Gino Strada, l’impegno di Verdi Ambiente e Società …

RECENSIONE L’occasione è di quelle ghiotte e mi viene fornita su di un piatto d’argento dall’amico Massimo Molteni, che con un messaggio di WhatsApp, a commento della scelta del nome della nuova compagine politica di Matteo Renzi, mi ricorda il libro di Mario Capanna. Immagino che la scelta del nome del nuovo partito, sia una coincidenza, ma non sia mai che io non raccolga una sfida. Riprendo in mano il libro e la prima sorpresa è l’anno di pubblicazione, il 2000, sono passati quasi 20 anni e sinceramente pensavo molti meno.

Ed ecco qui la recensione e una riflessione finale.

Mario Capanna, racconta un viaggio in Italia, durato 8 anni, tra impegno e speranza. Ogni capitolo è contraddistinto da un verso o una frase iniziale. Si va da “ Ahi, serva Italia” di Dante Alighieri, cap.I a “Vi è un artista imprigionato dentro ognuno di noi. Lasciamolo libero di diffondere gioia”, di Betrand Russel, cap. X, passando per la mia citazione preferita: “Questo è un mondo di morte che ammazza con le armi, ma ammazza ancor di più con l’economia […] Da questi sotterranei della vita e della storia grido a voi – a tutta la gente che ha minimamente la capacità di pensare – di reagire.” di Alex Zanotelli. Lettera da Korogocho, cap. VI

C’è un’Italia viva, non rassegnata fatta di impegno, speranzosa, contrapposta all’Italia della politica di palazzo, del qualunquismo. Ci sono nel libro le storie di persone che resistono, di piccoli grandi gesti che fanno la differenza, storie di dignità.

Da leggere con molta attenzione, il capitolo IX che tratta degli intellettuali e della loro funzione; che desolazione allora e mi permetto di dire, che desolazione anche oggi.

Consiglio la lettura di questo libro perché, se da una parte è sconfortante pensare che sono passati quasi 20 anni e le cose sembrano peggiorate, dall’altra mi pare evidente, che sia necessario ripartire dalla cultura.

In conclusione, cosa c’entra questo libro con la nuova compagine polita appena nata? Apparentemente nulla, però proprio nel “Frammento a margine” che conclude il libro, Mario Capanna parla di “dare vita ad un polo progressistacapace di mettersi in moto come un volano moltiplicatore di idee, energie, forze (ricordo che si riferisce a 20 anni fa).

La frammentazione, i distinguo, il “sì, però, a mio parere“, non ci porteranno da nessuna parte, non si costruisce niente continuando a dividersi. Non convinceremo coloro che non votano perché “tanto sono tutti uguali”, a tornare a votare e soprattutto a credere che si possa governare in modo diverso, mettendo al centro le persone. Nella confusione di questo nostro tempo riflettere non può farci che bene.

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