Che il territorio  di San Giuliano ci avesse abituato ad avere notevoli risorse sociali e culturali lo sapevamo, che queste si conservassero e si rinnovassero non era scontato. Vuoi i processi migratori degli anni 60, gli insediamenti industriali ed artigianali senza sperperare il grande patrimonio agricolo, i grandi movimenti del 67/68, i processi di sindacalizzazione, i meravigliosi e contraddittori anni 70/80, le grandi riforme, nonostante il terrore seminato da chi era avverso a questo cambiamento, ha fatto si che la nostra città si trasformasse in un  grande laboratorio di interessi civili, politici, culturali, dove i cittadini, le masse, come si diceva allora, ne erano soggetti consapevoli e protagonisti.

Questo fermento di grandi cambiamenti lo si respira ancora nonostante i balocchi ed i lustrini, i social, le TV generaliste e i centri commerciali della non crescita. Esiste ancora un cuore che batte ed una testa che pensa. Occhi attenti al territorio non possono che vedere ancora entusiasmo,  gente che lavora nella scuola con dedizione ed impegno, persone che si dedicano alla solidarietà, che fanno teatro, giovani che suonano, qualcuno che ancora stupendamente si esprime con le arti figurative, autori che scrivono, libri che si pubblicano. Commercio che resiste e di grande qualità nonostante lo scempio urbanistico e la cecità, salvo poi la lamentela del coccodrillo quando poi tutto questo viene a mancare.

A proposito di libri, San Giuliano annovera non solo una libreria completa e professionale ma anche parecchi autori e scrittori di cui alcuni anche di risonanza nazionale. E’ il caso di Oscar Logoteta, al suo 4° lavoro editoriale che è in libreria questi giorni con Milano Vertigo per le Edizioni Frilli che conclude la trilogia del suo personaggio principe il Commissario Negri. L’autore ambienta i suoi lavori in quegli anni 70  che ancora oggi meriterebbero grandi riflessioni e notevoli sono gli spunti di analisi e di parallelo con la società attuale. E’ vero che fin dalla notte dei tempi e come qualsiasi libro noir che si rispetti – il delitto non paga—ma mai come in questo periodo paga la corruzione, l’abbandono dell’etica, della morale pubblica, del non protagonismo dei cittadini.

Logoteta muove i suoi personaggi con razionalità scientifica, con grande amore per l’umano, sono antieroi, lavorano in collettivo, sono motivati. Ma forse è lì il segreto, un  commissario, un sig. Negri qualsiasi, un uomo di legge che quando è triste si ubriaca con gli amici e quando è malinconico e ha voglia di amore ascolta il jazz. Lo  vorremmo come amico, ci ridarebbe fiducia, così come ne ha bisogno lui nell’affrontare l’incognita degli anni 80 e ne guadagneremo noi nel guardare il prossimo futuro.

Che senso ha un libro se non ti apre una finestra sul mondo. Che senso ha una bella storia se non ti fa riflettere. Che senso ha un personaggio se non provi per lui quasi un senso di invidia o quantomeno di ammirazione. Milano Vertigo è un bel libro, scritto bene, coinvolgente, certo è una storia di un fatto criminoso ma alla fine il sapore che ti lascia è di malinconica dolcezza.

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