PACE AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA’

Natale particolare questo del 2020 !

Non solo per le restrizioni negli spostamenti o la chiusura di alcuni pubblici esercizi o l’impossibilità di svaghi come quello dello sci.

In questi giorni stiamo riscoprendo i tanti significati di questa festa che resta sempre, al di là degli aspetti religiosi, una delle festività più amate da grandi e piccoli.

Stiamo assistendo a come la politica, specialmente quella abituata a parlare solo alla pancia della gente, stia cercando di utilizzare anche il Natale per il proprio tornaconto. “Spero non rubino il Natale ai bambini” è stato uno degli slogan gridati specialmente sui social. Sicuramente nei prossimi giorni non mancherà la ormai scontata polemica sulle canzoni di Natale o sui presepi nelle scuole (quest’anno in ritardo per le difficoltà nelle aperture scolastiche).

Abbiamo visto pseudo paladini del Natale ergersi a sua difesa riempiendo di insulti chi non la pensava come loro e sollevando argomenti improponibili. Uno a caso: l’anticipo della messa della notte di Natale. Non si sono accorti, forse per la loro scarsa frequentazione delle messe (in generale) che ormai da anni la messa della notte di Natale viene anticipata alle 20 o alle 22 per dare modo a più fedeli di parteciparvi.

D’altronde nonostante circa l’80 % della popolazione condivida la necessità di misure restrittive per fermare la pandemia, bisognava pur dare e seminare qualche “elemento di odio” più che alla gente, ad uso dei propri sostenitori. Meglio se via social, dove resta quanto mai valido il concetto che più grido ed insulto e più esisto e soprattutto ho ragione.

Gloria a Dio nell’alto dei Cieli” cantano gli angeli sopra la grotta dove è nato Gesù.

E se questo è un messaggio rivolto principalmente ai cristiani, la restante parte “ E Pace in terra agli Uomini di Buona Volontà”  è rivolto a tutti, indipendentemente dalla fede ma anche dalla tessera o dalla appartenenza politica. Recentemente Papa Francesco ha pubblicato una enciclica “Fratelli tutti” cui abbiamo dedicato sulle pagine di Stacco un approfondimento a più voci (clicca qui per vederlo). Questa sarebbe (questa si) un interessante elemento di riflessione per questo Natale.

Per una Chiesa e i cristiani che sembrano addormentati su tutto quello che sta avvenendo attorno, trincerati dietro convenienze ed opportunità, ma strizzando l’occhio verso chi ha fatto dei crocefissi, immagini della Madonna, corone del rosario, la cornice dei propri comizi farneticanti.

Ma anche per chi non crede, il grido accorato in una piazza San Pietro deserta  “Siamo tutti nella stessa barca” è stato forse uno dei pochi fari se non l’unico in questo difficile periodo.

Di solito la parola Natale è associata a quella degli “Auguri”.

E’ il momento dell’anno in cui in maniera più evidente, anche per semplice abitudine, ci interessiamo, in qualche modo, agli altri.

Questo sarà un Natale triste per migliaia di italiani che hanno perso i loro cari a causa del Covid. Forse per rispetto a tutti questi, ma anche e ancor di più verso quelli che potenzialmente potrebbero contrarre la malattia se le misure di contenimento non fossero attuate, sarebbe utile che tutti abbassassero i toni.

Cogliamo l’occasione di un Natale diverso” per scoprire alcuni aspetti di questa festa che avevamo dimenticato.

La vicinanza con i propri cari (che può essere non solo fisica, ma fatta di attenzioni particolari per tutto l’anno e non solo un giorno), la solidarietà con chi è in difficoltà (che nessun DPCM può ostacolare), ma soprattutto una pace interna di cui tutti, stremati e confusi da questa epidemia, abbiamo bisogno.

Di questo abbiamo bisogno per noi ma anche per le nostre comunità locali e nazionali, per le nostre relazioni e per la nostra società civile.

Il fondo il “bene comune” non si trova negli slogan gridati o nelle piazze social, ma nel fondo del cuore degli “Uomini di Buona Volontà”.   

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