Una lettera per Sara – Recensione

Da oggi in libreria, “Una lettera per Sara” di Maurizio de Giovanni, per la collana Nero Rizzoli, pagg. 350
L’uscita era prevista a fine marzo, il Corona virus ci ha messo lo zampino e l’uscita è slittata. Mentre si cercava di capire cosa sarebbe successo, Maurizio de Giovanni che ama il contatto con il suo pubblico, ha preferito ritardarne l’uscita fino ad avere una situazione più definita. Finalmente, dopo la riapertura delle librerie e pur nella consapevolezza che le presentazioni, almeno per un po’, non saranno facilmente realizzabili, oggi si può leggere la nuova avventura di Sara Morozzi.

Mentre una timida primavera si affaccia sulla città, i fantasmi del passato tornano a regolare conti rimasti in sospeso, come colpi di coda di un inverno ostinato. Che aprile sia il più crudele dei mesi, l’ispettore Davide Pardo, a cui non ne va bene una, lo scopre una mattina al bancone del solito bar, trovandosi davanti il vicecommissario Angelo Fusco. È riapparso dall’ombra di giorni lontani perché vuole un favore. Antonino Lombardo, un detenuto che sta morendo, ha chiesto di incontrarlo e lui deve ottenere un colloquio. La procedura non è per niente ortodossa e infatti Pardo esita e succede un disastro. Per riparare al danno, il poliziotto si rivolge a Sara Morozzi, la donna invisibile che legge le labbra e interpreta il linguaggio del corpo, ex agente della più segreta unità dei Servizi. Il nome di Lombardo, però, è il soffio di un vento gelido che colpisce a tradimento nel tepore di aprile, e lascia affiorare ricordi che sarebbe meglio dimenticare. In un viaggio a ritroso nel tempo, Maurizio de Giovanni dipana il filo dell’indagine più pericolosa, quella che scivola nei territori insidiosi della memoria collettiva e criminale di un intero Paese, per sciogliere il mistero di chi crediamo d’essere, e scoprire chi siamo davvero.

Il libro è dedicato a Graziella Campagna (1968/1985) vittima della mafia.
Per chi non la conoscesse Sara Morozzi è il nuovo personaggio di Maurizio de Giovanni, questa è la sua terza avventura, (Sara al tramonto, 2018, Le parole di Sara, 2019, entrambi Rizzoli ed.) più un racconto lungo pubblicato in Sbirre (2018 Rizzoli ed.). Sara è una donna che passa inosservata, in grado di leggere dalla postura e dai loro atteggiamenti quello che le persone sono e fanno, quali sono le loro reazioni. Sara, ex agente dei servizi, non più attiva, riprende ad indagare, aiutata, fin dal primo libro dall’ispettore Davide Pardo e da Viola, una giovane fotografa, madre di suo nipote.
Questa volta, una vicenda che viene dal passato coinvolge l’ispettore Pardo ed induce Sara ad indagare su una misteriosa scomparsa. Come ha spiegato l’autore, l’idea per questo libro gli è venuta ispirandosi al caso di Graziella Campagna, giovane siciliana uccisa dalla mafia, per essersi trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Nei romanzi di Maurizio de Giovanni, poco importa chi ha fatto cosa, importa invece il perché e il percome, le indagini aprono squarci di vita vissuta, svelano aspetti del carattere dei protagonisti. Le intuizioni di Sara Morozzi, che riesce a mettere in riga gli indizi, la sua memoria fotografica che le permette di non dimenticare nessun viso già visto, le consentono di arrivare alla verità, che non è salvifica ma che chiude la vicenda. In questo romanzo non troveremo una scrittura che strizza l’occhio alla lettrice/al lettore: leggeremo di furbizie, meschinità, reati. Maurizio de Giovanni ce li racconta, lasciando libero chi legge di farsi la propria idea. Pagina dopo pagina, ci si avvicina al finale con un misto di trepidazione, indignazione, con la voglia di capire. Le vicende dei protagonisti sono narrate in parallelo, Sara si troverà a dubitare di aver conosciuto veramente il suo grande amore, Massimiliano, l’uomo per il quale ha lasciato un marito ed un figlio, si interrogherà su di lui e ci condurrà nel “loro posto”, svelando quanto il suo amore assoluto e granitico faccia di lei una donna fragile. Viola, guidata da Sara, crescerà come donna e come madre. L’ispettore Pardo affinerà le sue capacità investigative aiutato da Sara e nel suo folle desiderio di paternità commetterà una scorrettezza, che forse… ma questa sarà un’altra storia.

Rispetto ai romanzi precedenti della serie di Sara, i protagonisti sembrano più veri, fragili e al contempo forti, così come lo è la storia e si avverte l’urgenza dell’autore, di dare un senso a vicende che ne sembrano prive.
Se avete voglia cliccando qui la lettura, di Maurizio de Giovanni, del primo capitolo di “Una lettera per Sara”. (Grazie alla pagina “Maurizio de Giovanni Official fan club”)





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