Va bene il sistema integrato, ma a che prezzo?

Ci siamo lasciati a luglio festeggiando l’entrata in vigore dello Sistema Tariffario Integrato della  Mobilità – STIMB – ovvero della possibilità di viaggiare con un unico biglietto su tutti i mezzi pubblici all’interno di una specifica zona, come in tutte le città europee.

La festa, però, è durata poco per i pendolari dell’area metropolitana milanese e del monzese che utilizzano solo Trenord: i prezzi dei biglietti e degli abbonamenti integrati (divenuti obbligatori da ottobre) sono aumentati in maniera spropositata rispetto al costo del viaggio “solo treno“, con incrementi nell’ordine del 40%.

Un abbonamento mensile da Borgolombardo a Milano è passato dai 40,50 euro solo Trenord ai 60 euro dell’integrato, con buona pace per chi non ha necessità di utilizzare anche i mezzi ATM e si trova senza possibilità di scegliere. Al contrario, per la stessa tratta, il mensile integrato è diminuito passando da 65 a 60 euro. Quindi un vantaggio per chi aveva già l’integrazione (bene!) ma un aggravio notevole per chi la deve pagare, spesso senza la possibilità di utilizzarla. 

Inevitabili le proteste dei pendolari coinvolti verso Regione Lombardia (accusata di voler fare cassa attraverso Trenord) che in qualche modo ha provato a metterci una pezza, forse peggiore del buco, deliberando la possibilità di chiedere dei rimborsi per chi continua ad utilizzare solo il treno (rimborsi validi solo per un anno e con modalità di erogazione piuttosto macchinose, che hanno richiesto un intervento di semplificazione pochi giorni fa).

In alcuni comuni “di confine” fra province con o senza STIBM hanno persino trovato una scappatoia (del tutto legale) per pagare meno l’abbonamento: acquistarlo in un comune limitrofo più lontano ma fuori dal sistema dell’integrazione obbligatoria così da poter avere ancora la tariffa “solo Trenord”. 

Insomma un pasticcio che pone un macigno pesante su un passaggio che invece è cruciale per la mobilità nella nostra area metropolitana.

Un pasticcio evitabile. Erano davvero necessari aumenti di questa entità? Non esisteva altro modo per gestire il passaggio in maniera più graduale e razionale? Ha davvero senso accanirsi contro i pendolari Trenord che già si trovano a dover subire un servizio spesso non adeguato?

Ma soprattutto, per rilanciare una domanda di Stacco di qualche giorno fa: la politica sangiulianese (e dei comuni coinvolti) intende occuparsene o la mobilità sostenibile è un problema del singolo utente che mettere mano al portafogli fra ritardi e corse cancellate?

http://www.trenord.it/it/stibm/home-stibm.aspx

https://www.trenord.it/it/media-news/stampa/sala-stampa/semplificazione-mitigazione.aspx

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