{"id":1065,"date":"2019-07-24T15:14:40","date_gmt":"2019-07-24T13:14:40","guid":{"rendered":"https:\/\/stacco.eu\/?p=1065"},"modified":"2020-02-05T18:39:01","modified_gmt":"2020-02-05T17:39:01","slug":"non-proprio-un-addio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/stacco.eu\/non-proprio-un-addio\/","title":{"rendered":"Non proprio un addio…"},"content":{"rendered":"\n

Ci sono fatti contro cui sbatti ogni giorno e vai oltre; li leggi su una pagina di giornale, “ti costerni, t’indigni, t’impegni – poi getti la spugna con gran dignit\u00e0<\/em>“. E ci sono fatti che vengono a bussare alla tua porta, chiedono udienza, prenotano una stanza e ipotecano il tuo tempo.<\/p>\n\n\n\n

Daniele Vazorni <\/strong>(non lo chiamo Lillo, non eravamo certo in confidenza, lo conoscevo per averlo incontrato a una qualche riunione) \u00e8 venuto a bussare qualche giorno fa e da allora sta l\u00ec seduto, nella poltrona in sala, o nella piazza centrale di San Giuliano, e non pare cos\u00ec disposto ad andare via, a cedere il posto alla gravit\u00e0 di qualche altro accadimento. E ha ragione, Daniele, perch\u00e9 merita di riposare in pace, dopo aver tanto faticato per provare a vivere, in pace. Ma non \u00e8 facile riposare se le etichette che ti cuciono addosso non ti lasciano andare, se i pregiudizi ti inseguono anche da morto.<\/p>\n\n\n\n

Vedi, Daniele, io\nnon so se quello che \u00e8 accaduto ha una spiegazione, se mai riusciremo a\nricostruire le ragioni che ti hanno portato a morire l\u00ec, in quella terra di\nnessuno al confine tra degrado, ipocrisia e opportunismo. Non so neppure se a\nme interessi davvero tanto entrare cos\u00ec in intimit\u00e0 con la tua vita, con la tua\nstoria, ora che il destino \u00e8 compiuto, e visto che il caso e le vicende degli\numani non mi hanno concesso di farlo prima, quando tutto era lecito e\npossibile. Mi interessa ricordare invece che te ne sei andato a trent’anni o\npoco pi\u00f9, mi interessa sapere che eri una persona vitale, che meritava di\nvivere, che sapeva vivere in quel modo incasinato e difficile di chi pratica le\nproprie idee con passione, e si dedica agli altri senza troppa attenzione al\npersonale.<\/p>\n\n\n\n

Non eri unico e non\neri santo. Eri, e adesso non sei pi\u00f9; o almeno non pi\u00f9 sicuramente quello che\neri prima. Te ne stai l\u00ec seduto sulla poltrona con una birra (immagino io) in\nmano, e aspetti, perch\u00e9 ora la palla passa a noi e non potrebbe essere diversamente.\nSta a noi ricostruire la nostra dignit\u00e0 chiedendo verit\u00e0 sulla tua vicenda, su\nquel corpo che hai lasciato l\u00e0, nel boschetto, disponibile a qualunque onta, a\nqualunque vituperio. <\/p>\n\n\n\n

Lo faremo, \u00e8 una promessa per noi, prima che per te. Per noi perch\u00e9 se qualcosa il tuo bussare ci obbliga a fare \u00e8 tornare con la memora a tutti i volti, a tutti gli inferni di solitudine, a tutte le omologazioni coatte di questi anni e capire finalmente che dietro a ogni vita, ogni fine, dietro ogni donna e ogni uomo, ci sono storie e percorsi che vanno conosciuti quando possibile, e rispettati sempre, prima di potersi permettere non di giudicare ma anche solo esprimersi sulle vite altrui. Perch\u00e9 non glissare su di te \u00e8 un esercizio per restare umani, non scordarsi di noi, di tutto il resto.<\/p>\n\n\n\n

E allora per il momento resta l\u00ec, non andartene, prendi un’altra birra e abbi pazienza dei tempi nostri. Il tempo, almeno quello, a te non manca.<\/p>\n\n\n\n

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\u201c\u2026un sasso, una foglia, una porta nascosta; di un sasso, una foglia, una porta. E di tutti i volti dimenticati.<\/em><\/p>\n\n\n\n

Nudi e soli siamo venuti in esilio. Nel suo oscuro grembo non conoscemmo il volto di nostra madre, dalla prigione della sua carne siamo giunti all\u2019indescrivibile, indicibile prigione di questa terra.<\/em><\/p>\n\n\n\n

Chi di noi ha conosciuto il fratello? Chi ha guardato nel cuore del padre? Chi non \u00e8 rimasto per sempre prigioniero? Chi non \u00e8 per sempre solo e straniero?<\/em><\/p>\n\n\n\n

O immane desolazione, persi nei torridi labirinti, tra le stelle lucenti su questo tizzone esausto e spento, persi! Muti cerchiamo la grande lingua dimenticata, la strada perduta per il cielo, un sasso, una foglia, una porta nascosta. Dove? Quando?<\/em><\/p>\n\n\n\n

Perduto spirito, pianto dal vento, torna ancora.\u201d<\/em><\/p>\n\n\n\n

Thomas Wolfe, \u201cO lost<\/em>\u201d<\/p>\n\n\n\n


Sabato 27 luglio<\/h2>\n\n\n\n

I contributi dal vivo e un contributo, di Daniele, dal vivo. Scritto nel 2017 e letto da Simona.<\/p>\n\n\n\n

Mi piacciono le virgole non i punti.<\/em><\/strong><\/p>\n\n\n\n

Non mi piacciono le parentesi, le parentesi hanno il brutto vizio di rinchiudere.
Le virgolette mi piacciono, le virgolette vogliono sempre spiegare.<\/em>
Non mi piacciono i punti, li uso il meno possibile.
Se sono costretto per\u00f2 prediligo il punto a capo.
Questo particolare tipo di punto aiuta a ripartire.
Se sono costretto uso il punto a capo.<\/em>
Oggi \u00e8 un giorno da punto.
Un giorno triste, un giorno che segna la fine di una frase o ancor peggio di un periodo.
Oggi \u00e8 un giorno da punto a capo.
Un giorno triste ma che vuole ripartire.
Ed allora riparto, riparto da subito.
Il punto non torna indietro, non lascia spazio all’interpretazione, non \u00e8 una virgola che si prende una pausa.
\u00c8 un punto, lui non lascia niente in sospeso.<\/em>
Non mi piacciono le parentesi, preferisco le virgolette.
Ma oggi \u00e8 un giorno triste, non c’\u00e8 ormai pi\u00f9 nulla da spiegare.
Oggi \u00e8 un giorno da parentesi, un giorno da parentesi graffe, le parentesi graffe in matematica contengono tutte le altre parentesi, le usi quando non resta pi\u00f9 nulla da contenere.<\/em>
E allora punto.
Punto a capo.
Parentesi tonda, quadra, graffa.<\/em>
Stasera si va a ballare.<\/em><\/p>\n\n\n\n

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