{"id":2800,"date":"2022-02-18T09:00:00","date_gmt":"2022-02-18T08:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/stacco.eu\/?p=2800&preview=true&preview_id=2800"},"modified":"2022-02-25T12:45:39","modified_gmt":"2022-02-25T11:45:39","slug":"__trashed","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/stacco.eu\/__trashed\/","title":{"rendered":"In ricordo di Virginio Bordoni: Massimo Molteni"},"content":{"rendered":"\n

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Nel 1990, quando per la prima volta entrai nel Consiglio Comunale di San Giuliano Milanese, c’era anche Virginio Bordoni, ma eravamo su fronti diversi. Lui nella maggioranza di una sinistra allora da quasi quarant’anni al governo della citt\u00e0 e tenacemente PCI-PSI, io fresco eletto nei Verdi con un risultato di tutto rispetto (che mi cost\u00f2 un battibecco con un’altra delle belle persone che conobbi in quel tempo e imparai nel tempo ad apprezzare: Tina Belloni – ce lo ricordavamo spesso e con affetto).

Il nostro rapporto matur\u00f2 lentamente in un momento in cui l’approvazione in via definitiva del nuovo Piano Regolatore di San Giuliano Milanese scavava ancor pi\u00f9 profonde contraddizioni sul fronte politico. Eppure questo dialogo si avvi\u00f2 e matur\u00f2 negli anni in cui, prima come assessore poi come sindaco, Bordoni si confront\u00f2 per allargare una maggioranza che di allargarsi temo non avesse nessuna intenzione. Una visione che testimonia la sua lungimiranza e anticipa di un dieci anni buoni l’evolversi del fronte politico.

Nei quattro anni del suo mandato elettivo (1995-1999) imparai a conoscerlo per quello che era: una persona onesta, coerente sino all’autolesionismo, aperta nelle riflessioni e audace nelle scelte, come quella – in tempi non sospetti – di cancellare un’intera area di espansione urbanistica sangiulianese (facile ora ragionare di consumo di suolo zero, allora questa era una bestemmia di cui tutti pagammo le conseguenze) o come quando, con l’acquisizione di Rocca Brivio, inaugur\u00f2 una fase nuova e difficile del rapporto della nostra citt\u00e0 con il suo territorio.

E’ sempre facile parlare bene di chi non c’\u00e8 pi\u00f9, nel caso di Virginio Bordoni non sarebbe giusto dimenticarsi quella ruvidit\u00e0 di carattere che ne faceva una persona con cui era difficile avere un rapporto amicale, o la sua lungimiranza che a volte per\u00f2 faceva perdere contatto con le realt\u00e0 con cui ci si doveva confrontare; dimenticarsi questi aspetti vorrebbe dire accontentarsi di un racconto a met\u00e0, di una agiografia a buon mercato che non rende giustizia a lui e neppure a chi lo ha conosciuto, frequentato e apprezzato.<\/p>\n\n\n\n