{"id":510,"date":"2019-04-09T00:00:00","date_gmt":"2019-04-08T22:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/stacco.eu\/?p=510&preview=true&preview_id=510"},"modified":"2019-10-02T12:15:19","modified_gmt":"2019-10-02T10:15:19","slug":"libropoli","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/stacco.eu\/libropoli\/","title":{"rendered":"Libropoli"},"content":{"rendered":"\n

Un sogno durato 30 anni<\/strong><\/p>\n\n\n\n

Nei giorni scorsi ho fatto una chiacchierata con Sergio Farci, libraio indipendente in San Giuliano Milanese. A tutti \u00e8 nota la decisione sua e delle sue socie di chiudere l\u2019attivit\u00e0 e la curiosit\u00e0 di conoscerne i motivi e le prospettive future \u00e8 molta. La mattina della nostra chiacchierata mi avvicino alla libreria piano, osservandola attentamente, fuori dalla libreria ci sono le offerte, libri ad 1 euro, all\u2019interno le offerte continuano, si respira l\u2019aria di chiusura, nonostante tutti siano indaffarati come in un alveare.<\/p>\n\n\n\n

Al mio arrivo, Sergio agguanta un tavolo ripiegabile lo apre, due sedie, siamo pronti l\u2019uno di fronte all\u2019altra, la conversazione la registro perch\u00e9 voglio prestare la massima attenzione alle sue parole. <\/p>\n\n\n\n

\nLa prima domanda \u00e8 d\u2019obbligo.<\/p>\n\n\n\n

D.<\/strong> Quando hai aperto? <\/p>\n\n\n\n

R.<\/strong> In forma societaria diversa abbiamo aperto nel 1989, sono quindi esatti 30 anni di attivit\u00e0<\/p>\n\n\n\n

\nD. <\/strong>Cosa ti ha spinto ad aprire? \n<\/p>\n\n\n\n

R.<\/strong> La cosa \u00e8 stata occasionale, l\u2019innamoramento invece \u00e8 stato progressivo. Era presente in noi una curiosit\u00e0, quella di avere un\u2019opportunit\u00e0 di lavoro da realizzare, l’abbiamo afferrata per le corna e realizzata, imparando giorno per giorno <\/p>\n\n\n\n

D.<\/strong> La societ\u00e0 attorno a te \u00e8 cambiata e questo posto, com\u2019\u00e8 cambiato?<\/p>\n\n\n\n

R.<\/strong> Ho l’abitudine di vedere le cose non a comparti ma complessivamente. Le cose stanno cambiando, questo quartiere si sta modificando radicalmente non so fino a che punto questa modifica migliori la qualit\u00e0 della vita delle persone. Sempre pi\u00f9 attivit\u00e0 commerciali stanno chiudendo e mi sembra che manchi l\u2019anima che era data da un negozio di quartiere, un oratorio, una casa del popolo un’ associazione culturale. Oggi gli acquisti che vengono fatti hanno come premessa sempre solo il quanto costa e non il quanto mi serve. Ci si ritrova a comprare solo perch\u00e9 costa poco, senza interrogarsi sulla qualit\u00e0 o sulla reale necessit\u00e0 di un certo prodotto. Tieni presente che dico questo perch\u00e9 questo quartiere \u00e8 quello di San Giuliano pi\u00f9 servito dove sono presenti tutte le tipologie di negozi e di servizi. Un cittadino dal quartiere potrebbe anche non muoversi, ci sono tutte le scuole dell\u2019obbligo all\u2019interno del quartiere, la scuola media fa un servizio molto allargato, offrendo anche corsi d’italiano per stranieri, il recupero delle scuole medie, le cosiddette 150 ore e corsi di vario tipo e natura. Questo \u00e8 un quartiere “completo” che per\u00f2 si sta snaturando ma in modo diverso rispetto a San Giuliano. Abbiamo un parco molto carino e funzionante, una delle pi\u00f9 belle feste di San Giuliano che non so quanta vita possa ancora avere, un comitato di quartiere che non so quanto andr\u00e0 avanti ma tutto questo fa parte di quel processo di trasformazione sociale al quale accennavo prima.<\/p>\n\n\n\n

D.<\/strong> Che tipo di lettori hanno frequentato e frequentano la libreria, hai notato un cambiamento?<\/p>\n\n\n\n

R. <\/strong>S\u00ec, un cambiamento radicale, noi siamo partiti avendo a che fare mano a mano con tutte le tipologie di cittadini con le loro necessit\u00e0 di acquisire proposte letterarie e siamo diventati per un bel periodo il punto di riferimento per tanti bambini e ragazzi. Per molti anni i sabati qui abbiamo fatto animazione e siamo stati costretti a trasformarci in pifferai magici e ad uscire dalla libreria perch\u00e9 non c\u2019era posto a sufficienza per fare le attivit\u00e0 all\u2019interno, molte cose le abbiamo fatte nel parco. Da questi pomeriggi \u00e8 nato un meraviglioso personaggio, il Topo Buk che sfrattato dalla copertura del Redefossi, ha trovato casa nel seminterrato della libreria. Abbiamo editato un libro con le sue storie e per anni lui \u00e8 stato l\u2019animatore non solo nei sabati in libreria ma anche durante la festa di quartiere. Abbiamo rappresentato le sue storie con la Piccola Compagnia Teatrale del Topo Buk in alcune scuole ed anche in altri piccoli comuni nelle feste di piazza.<\/p>\n\n\n\n

Si \u00e8 molto modificata la tipologia dei lettori, per tutta una certa fase, sia nella campagna estiva che natalizia siamo stati molto attenti perch\u00e9 la richiesta del pubblico era quella di coprire trasversalmente tutti i generi, dalla narrativa al saggio, dal libro di ricerca al manuale per soddisfare le curiosit\u00e0 pi\u00f9 disparate. Con i ragazzi siamo stati ancora pi\u00f9 attenti, penso di poter dire, senza tema di smentita, che per molti anni abbiamo avuto uno dei migliori cataloghi di libri per ragazzi rispetto alla concorrenza sul territorio, intanto ci riforniamo direttamente noi, per anni siamo andati a Bologna, a Berlino, alle fiere di settore. Tutto con spirito critico, perch\u00e9 nell\u2019editoria per ragazzi c\u2019\u00e8 stata una grande modifica, sappiamo che in Italia molti autori e soprattutto illustratori vengono mortificati e nelle grandi manifestazioni che proponevano l\u2019editoria per ragazzi, venivano sottovalutati e le stesse case editrice italiane compravano prodotti stranieri di qualit\u00e0 inferiore facendoli tradurre e addirittura facendoli stampare in Cina proponendo spesso prodotti di peggiore qualit\u00e0 rispetto a quella degli italiani. Abbiamo visto negli anni un modificarsi graduale perch\u00e9 sempre pi\u00f9 il cittadino \u00e8 stato portato a soddisfare il proprio bisogno culturale o facendosi consigliare dalla pubblicit\u00e0 o dalla rete. Mentre prima il lettore veniva a curiosare in libreria, prendeva il libro, leggeva un capitolo, leggeva la quarta di copertina, conversava con noi, oppure aveva capacit\u00e0 di scelta non indifferente e poi faceva i suoi acquisti. Adesso non \u00e8 pi\u00f9 cos\u00ec, adesso si compra su indicazione per esempio della rete che il pi\u00f9 delle volte fa un sunto della quarta di copertina per cui la curiosit\u00e0, il mettersi a confronto con il libraio non \u00e8 pi\u00f9 interessante. La cosa pi\u00f9 vergognosa che pu\u00f2 succedere \u00e8 quando un cittadino viene e vuole regalare un libro ad un proprio caro o amico, cerca l\u2019ultimo libro uscito anche quando questo ultimo libro uscito non c\u2019entra niente con la persona alla quale \u00e8 destinato e questo \u00e8 un classico, se poi costa meno anche meglio.<\/p>\n\n\n\n

D.<\/strong> Qui veniamo ad un\u2019altra nota dolente e parliamo un po\u2019 pi\u00f9 del globale: la grande distribuzione ha modificato moltissimo gli acquisti proponendo una scontistica che i negozio di vicinato non possono offrire. Scelta scellerata che non ha tenuto conto del valore sociale dei negozi di vicinato e delle librerie in particolare?<\/p>\n\n\n\n

R.<\/strong> L\u2019aspetto economico \u00e8 vero solo in parte, sono sempre stato disponibile a sfidare la grande distribuzione per quanto riguarda la qualit\u00e0 e la professionalit\u00e0 e l\u00ec, sono particolarmente convinto che ne usciamo vincenti. L\u2019aspetto pi\u00f9 grave che non ha giustificazione di sorta, \u00e8 che la crescita culturale, la crescita relazionale, la crescita di concetto di comunit\u00e0, vive di pari passo con un concetto di sviluppo urbanistico che deve tenere conto degli aspetti sociali e culturali. Questo aspetto urbanistico \u00e8 quello che ha deteriorato tutto, cio\u00e8 il fatto che una citt\u00e0 non viva pi\u00f9 del suo, non abbia relazioni, non abbia isole pedonali, non abbia piazze, \u00e8 l\u2019elemento fondamentale. Una libreria ma anche qualsiasi altra tipologia di attivit\u00e0 commerciale non \u00e8 solo la risposta ad un fabbisogno, ma la risposta ad un fabbisogno relazionale ed \u00e8 anche la maniera di riempire di qualit\u00e0 il tuo tempo. Quando tu in un luogo ci devi andare solo per un acquisto, hai soddisfatto questo aspetto e vieni via, ma l\u2019essere umano ha bisogno anche di altro, anche quando vai in una biblioteca per prendere un libro o ti presentano uno spettacolo, tu hai bisogno anche di un posto di interscambio, di relazione, di attivit\u00e0 sociale, hai bisogno di un luogo dove identificarti come soggetto, se tu questo non ce l\u2019hai vai in un luogo come vai in farmacia dove hai un percorso obbligato. Se questo cocktail viene costruito \u00e8 molto difficile da fronteggiare ma se almeno il concetto di vivibilit\u00e0 urbana viene salvaguardato in funzione del cittadino, un\u2019attivit\u00e0 commerciale pu\u00f2 anche rischiare di funzionare. <\/p>\n\n\n\n

D. Sergio perch\u00e8 avete maturato la decisione di chiudere?<\/p>\n\n\n\n

R. Noi, ad onor del vero, non stiamo chiudendo per problemi economici, siamo stati per anni un\u2019anomalia riconosciuta anche dall\u2019associazone dei librai indipendenti, in anni di crisi e chiusure di tante librerie su Milano, noi a San Giuliano al quartiere Serenella chiudiamo senza tensioni economiche. La ragione per cui chiudiamo \u00e8 che io sono \u201cmolto grande\u201d di et\u00e0, mia moglie poco meno di me lavoriamo da quando abbiamo 15 anni e vogliamo dedicarci ad altro, la nostra socia ha un progetto di vita diverso e vuole concretizzare un sogno che la porta ad andare altrove. In quest\u2019anno abbiamo tentato di far s\u00ec che la libreria avesse un altro timone, ma non siamo riusciti a sviluppare l\u2019interesse giusto. Con un po\u2019 di mortificazione ci siamo resi conto che la gente \u00e8 alla ricerca di un piatto servito, un tappeto gi\u00e0 steso, piuttosto che lavorare per un desiderio, per un sogno o per un progetto da realizzare. Sono tutti nella fase della resa, nella fase del mi devono servire tutto su un piatto gi\u00e0 pronto. Non voglio usare il termine sacrificio ma l\u2019idea \u00e8 quella che non ci sia il concetto di dovere, altrimenti diventiamo tutti potenziali percettori di reddito di cittadinanza e finisce l\u00ec. Tutto ci\u00f2 che viene proposto di fatto \u00e8 vecchio, non c\u2019\u00e8 voglia di innovare, di pensare in maniera diversa, tutto \u00e8 stantio, cos\u00ec come per certi versi lo \u00e8 anche la politica e la burocrazia intorno alla politica, chi fa i servizi la gratificazione non la cerca mai, del suo non ce lo mette, quando ci sono delle responsabilit\u00e0 vanno delegate a qualcun altro, cos\u00ec come la politica non progetta e fa il ragioniere, fa la politica dei soldi, l\u2019idea in se di progetto e di ideare non esiste da nessuna parte ed ecco perch\u00e9 viene a mancare la ricerca dell\u2019autogratificazione, che io considero un elemento fondamentale. Se io dovessi paragonare il lavoro che noi abbiamo fatto qua in termini di tempo \u00e8 almeno il doppio di un qualsiasi lavoratore, dal punto di vista della gratificazione almeno dieci, cento volte tanto ma non \u00e8 detto che il lavoratore nella burocrazia statale non possa trovare strumenti o ambiti per gratificarsi, tra l\u2019altro facendo anche bene il proprio lavoro. <\/p>\n\n\n\n

\nD. Hai lavorato molto con i bambini\ne i ragazzi, la scolastica ha avuto una grande importanza nel tuo\nlavoro, come sono cambiati i ragazzi?<\/p>\n\n\n\n

R. Era una cosa meravigliosa, come dire, pensare che la scuola e la didattica in generale creassero il presupposto alla curiosit\u00e0 e alla ricerca e quando realizzavi questi presupposti eri felice e allora il bambino era un bambino gratificato. Oggi intanto c\u2019\u00e8 in parte scoramento, in parte questa mortificazione del corpo docente e in parte la passivit\u00e0 dello stesso corpo docente, anche nella scuola si \u00e8 creato il presupposto del tiro a campare. In generale nella scuola e negli ambiti dove ti occupi di cultura e di rapporti, la gratificazione va cercata. In quella fase \u00e8 stato possibile costruire una generazione di ragazzi che avevano gli occhi sgranati per digerire, per rubare il mondo e questa era la cosa pi\u00f9 bella. Adesso, giustificati anche dalle giovani famiglie, i bambini non hanno pi\u00f9 quella curiosit\u00e0, devono solo raggiungere quel risultato, copia incolla per una ricerca, ipercriticismo sul corpo docente ed addirittura catalogare la scuola come se fosse uno strumento per l\u2019avvenire. Una scuola che non crea pi\u00f9 i presupposti di voglia di crescere, che non stimola. La scuola si trova a dover sostituire la famiglia e non \u00e8 il suo compito, un insegnante non deve educare, un insegnante deve creare il presupposto perch\u00e9 il ragazzino conosca e recepisca trasversalmente gli stimoli. L\u2019educazione deve dargliela la famiglia e questa oggi delega alla scuola cose e competenze che non sono le sue. Per cui hai proprio quasi pedagocicamente una generazione totalmente diversa con un rapporto diverso con i libri, con la cultura. Andavo nelle scuole a fare delle letture, facevamo qui dentro le visite guidate con le scuole in collaborazione con il corpo deocente. C\u2019erano dei banchi con il libri e preparavamo delle letture a seconda delle classi, provocavamo la discussione, adesso i bambini vengono portati al centro commerciale e nella piazzetta all\u2019interno del centro commerciale vengono fatte delle rappresentazioni. Questo viaggia di pari passo con il fatto che non abbiamo pi\u00f9 luoghi di aggregazione, non c\u2019\u00e8 pi\u00f9 il teatro, lo spazio \u00e8 diventato il centro commerciale. Alla fine ci sar\u00e0 il Topo Buk di turno, personaggio riemepito di gomma coloratissima che far\u00e0 il buffone intrepretando questo personaggio; i bambini si scatenereanno, compreranno la merendina e torneranno a casa contenti. Se tu oggi riproponi il rapporto fra scuola e e territorio che \u00e8 stata una parola d\u2019ordine negli anni \u201870 (del secolo scorso n.d.R.) non \u00e8 pi\u00f9 possibile realizzarlo, se ne parli al corpo docente, alla burocrazia ed ai genitori non capiscono l\u2019utilit\u00e0 della cosa mentre i bambini sono pronti a capire. Capitava per esempio con i maturandi che proprio in questo periodo dell\u2019anno preparavano tesine o comunque gli argomenti per gli esami, venissero a farmi delle interviste sul nostro territorio, il mio consiglio al termine delle chiacchierate con i ragazzi era sempre quello di comprare pi\u00f9 di un quotidiano di diverso orientamenteo di leggerli e di farsi poi la propria opinione, cosa che ora non si ripropone nemmeno lontanamente. Il concetto delle cose passate \u00e8 interessante nella misura in cui si sostituisce con cose nuove, il dramma \u00e8 che oggi si sostituiscono le cose con il niente. Cio\u00e8, se Libropoli chiude, il bello sarebbe che venisse sostituita con qualcos’altro, una cosa pi\u00f9 bella, pi\u00f9 interessante di Libropoli , se un\u2019associazione culturale chiude sarebbe bello venisse sostituita da un\u2019altra associazione, se una piazza viene ristrutturata non pu\u00f2 essere ristrutturata per metterci le macchine, dovrebbe essere il contrario. Se lo sviluppo commerciale porta alla desertificazione del paese \u00e8 un problema. La politica \u00e8 troppo disattenta e spesso \u00e8 pi\u00f9 pronta a demonizzare quanto fatto precedentemente mancando di capacit\u00e0 di proposta. San Giuliano ha perso, per incapacit\u00e0 della politica, quasi tutta la sua struttura sociale e questo \u00e8 un fatto grave. Tutto viaggia a comparti, non si prendono in considerazione tutti insieme ma sempre singolarmente. La politica non sa chi fa cosa, i luoghi pubblici non sono in realt\u00e0 aperti, ognuno si occupa del suo, mettendo confini, ognuno \u00e8 convinto di fare del bene ma non si relaziona con gli altri. E\u2019 tutto disarmonico. <\/p>\n\n\n\n

D.<\/strong> Hai gi\u00e0 una data di chiusura?<\/p>\n\n\n\n

R.<\/strong> No, non ancora, \u00e8 una cosa che sta avvenendo con progressivit\u00e0, potr\u00e0 essere anche una situazione repentina, dipende da come si incastreranno le cose. I tempi per\u00f2 saranno ravvicinati. <\/p>\n\n\n\n

D.<\/strong> Cosa farai da pensionato?<\/p>\n\n\n\n

R.<\/strong> Ho tante cose da fare. Una delle cose che senz\u2019altro avr\u00f2 la necessit\u00e0 di fare \u00e8 quella di ridare o dare un valore diverso al mio tempo mettendomi nella condizione di guardarmi intorno con maggiore lentezza. Che significa anche riappropriasi di una maggiore capacit\u00e0 di riflessione sulle cose, poi io sono sempre stato affascinato dagli aspetti sociali e politici di una comunit\u00e0, dalle arti in generale, dalla musica soprattutto, dal teatro, per cui mi ritrover\u00f2 a lavorare in un ambito, che \u00e8 sempre stato il mio sogno “mettere insieme”, credo che sia sempre stata la vocazione di Libropoli quella di \u201cmettere insieme\u201d. Siamo stati protagonisti di una stagione molto interessante a San Giuliano, che era quella della fiera del libro, forse uno degli ultimi progetti particolarmente interessanti. Noi l\u2019abbiamo gestita per circa tre anni con una programmazione molto ma molto fitta in collaborazione con l\u2019amministrazione comunale e anche l\u00ec ho fatto in modo di riempirla con contenuti che aprissero, che aprissero menti, cuori, ed anche ad espressioni d\u2019arte, a concetti di bellezza diversi. I bambini e le scuole sono stati protagonisti. Ricordo dei sabati pomeriggio nei quali siamo stati costretti, dalla grande affluenza, ad uscire dalla tensostruttura ed appropriarci della piazza. Senza troppa burocrazia, in collaborazione con i Carabinieri, i Vigili Urbani e con l\u2019assistenza dell\u2019allora Sindaco, Virginio Bordoni, che purtroppo ha fatto il Sindaco per troppo poco tempo, siamo riusciti nel giro di mezz\u2019ora ad uscire dalla tenso- struttura ed abbiamo invaso una piazza intera con pi\u00f9 di 450 bambini. Penso a queste occasioni che sono le situazioni che pi\u00f9 mi stimolano, che pi\u00f9 mi affascinano, ormai sono nella fase in cui detesto le cose chiuse.<\/p>\n\n\n\n

\nD.<\/strong>\nTu pensi che sia ancora\npossibili fare di queste\ncose?<\/p>\n\n\n\n

R.<\/strong> Ci vuole, la politica che stimoli, che faccia da soggetto seminatore, poi ci vogliono i burocrati che la smettano di essere gli Annoiati, ci vuole dinamicit\u00e0, far s\u00ec che il territorio a partire delle scuole ri-coltivi la speranza che nel fare le cose c\u2019\u00e8 anche gratificazione, accoglimento, che c\u2019\u00e8 un applauso, un sorriso ed un bravo\/a per un bambino o bambina e ti assicuro che queste sono cose che non c\u2019entrano niente con l\u2019economia S\u00ec, sono certo che si possano fare. Ai bambini dai un input e ribaltano tutto. Adesso abbiamo il concetto di dire, s\u00ec per\u00f2<\/em>, anche se,<\/em> questi volgarismi, si antepongono all\u2019obiettivo finale, \u201cs\u00ec per\u00f2<\/em>\u201d diventa l\u2019elemento principale rispetto all\u2019obiettivo che puoi raggiungere, per cui si ripropone la passivit\u00e0.<\/p>\n\n\n\n

Ringrazio Sergio Farci per questa chiacchierata.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Quando chiude una libreria indipendente \u00e8 sempre un triste momento. Piccola chiacchierata con un libraio che ha vissuto un sogno durato trent’anni.<\/p>\n","protected":false},"author":5,"featured_media":769,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"jetpack_post_was_ever_published":false,"_jetpack_newsletter_access":"","footnotes":"","jetpack_publicize_message":"","jetpack_is_tweetstorm":false,"jetpack_publicize_feature_enabled":true,"jetpack_social_post_already_shared":true,"jetpack_social_options":{"image_generator_settings":{"template":"highway","enabled":false}}},"categories":[8,18],"tags":[100,102,98,99,15,96,101,105,104,97,103],"jetpack_publicize_connections":[],"jetpack_featured_media_url":"https:\/\/stacco.eu\/wp-content\/uploads\/2019\/04\/IMG_20190328_113351.jpg","jetpack_sharing_enabled":true,"jetpack_shortlink":"https:\/\/wp.me\/parLcT-8e","jetpack-related-posts":[{"id":801,"url":"https:\/\/stacco.eu\/caro-sergio\/","url_meta":{"origin":510,"position":0},"title":"Caro Sergio …","author":"Redazione Stacco","date":"2 Maggio 2019","format":false,"excerpt":"Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera a proposito del nostro articolo https:\/\/stacco.eu\/libropoli\/ Nell\u2019intervista a Sergio Farci, pubblicata su \u201cStacco\u201d, si parla di tante cose, alcune personali e relative alle scelte dei proprietari di Libropoli. \u00c9 vero, quando chiude una libreria indipendente \u00e8 un triste momento ma oggi San Giuliano sarebbe\u2026","rel":"","context":"In "Lettere alla redazione"","block_context":{"text":"Lettere alla redazione","link":"https:\/\/stacco.eu\/category\/lettere-alla-redazione\/"},"img":{"alt_text":"","src":"","width":0,"height":0},"classes":[]},{"id":2427,"url":"https:\/\/stacco.eu\/finalmente\/","url_meta":{"origin":510,"position":1},"title":"Finalmente!","author":"Oscar Logoteta","date":"11 Giugno 2021","format":false,"excerpt":"Cerco su google: libreria san donato milanese. 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